La morte, le morti: quante contraddizioni

Contraddizioni stranamente accettate, quelle che riguardano la/le morti. Che riguardano l’unico nostro essenziale tesoro: la vita.
Se qualcuno ammazza una persona, un processo si unisce molto spesso al clamore mediatico: è un omicidio. Se è femminicidio, clamore e alti lai, anche se la vittima ha denunciato più volte l’aggressore, ma invano.
Se in guerra si ammazzano centinaia o migliaia di persone, è legittimo. Il dolore colpisce solo chi li conosceva. Dal mondo, esultazione per la vittoria, cordoglio per la sconfitta. Tutt’alpiù, conteggi.
Se è una disgrazia naturale, sgomento. Se è una disgrazia da trasporti, indagini, processi, giudizi e piccolo cordoglio.
Le linee politiche, la cancel culture, il bias cognitivo, tingono di colori diversi le stragi, ma anche in questo caso i grandi numeri affogano la persona. Non sono 10,100,1000 “tu”, tu con i tuoi progetti, i tuoi amori, la tua personale sofferenza, ma un numero, tutt’alpiù un disagio di fronte alle foto crudeli di crudeltà reali. Per chi non avesse confidenza col termine, bias cognitivi sono costrutti fondati su ideologie e pregiudizi, e decisioni conseguenti, non a sufficienza verificate, che possono quindi essere errate. 
Deduciamo che dagli inizi della storia la vita, quella degli altri e sovente anche la propria, non è trattata, conservata, cautelata con lo stesso rispetto con cui si salvaguardano i beni, le cose. Ingrati abitanti del mondo: viviamo senza rendercene conto di e in un miracolo misterioso, la vita, come misterioso è tutto, anche se cerchiamo di catalogarlo e scientificamente comprenderlo. Dimentichiamo che non saremmo capaci di creare dal nulla neppure un granello di sabbia, ma di distruggere i miracoli del creato, sì, siamo capaci. Sarebbe giusto richiamare le menti alla meraviglia: è il cantico di Francesco, la coscienza di vivere in un dono. A scuoia, la preziosità della vita non è menzionata. Nella vita quotidiana, la si dimentica. Nel gioco del potere, il narcisismo la offusca. Pensare che è l’unica cosa che abbiamo.

In alto foto Pixabay

Federica Mormando
Psichiatra psicoterapeuta presidente Eurotalent Italia e Human Ingenium