Dopo una straordinaria carriera giornalistica alla Rai il ‘Diretur’ Antonio Di Bella va in pensione

Il ‘Diretur’ Antonio Di Bella va in pensione. Il collega, 67 anni, lavorava alla Rai da 45 anni, dal 1978. Nato a Milano, Di Bella ha iniziato la sua carriera nell’azienda televisiva collaborando con la redazione milanese. In breve tempo è diventato cronista di punta lavorando anche per il Tg1 e il Tg2. Corrispondente del TG3 da New York e conduttore dell’edizione di mezza sera del telegiornale nei primi anni Novanta, è tornato nel 1996 alla redazione di Milano diventandone il responsabile. Nel 1998 ha assunto la carica di condirettore della testata TG3-TGR, per un breve periodo unificata. Dall’agosto 2001 all’ottobre 2009 è stato direttore del TG3. Durante la sua direzione, tra l’altro, è nato il programma d’approfondimento Linea Notte. Nel 2012 gli è stato attribuito il Premio America della Fondazione Italia USA, della quale nel 2019 è entrato a far parte del comitato scientifico. Tra i numerosi incarichi ricoperti la corrispondenza da New York per il Tg1 e quella da Parigi, la direzione di Rai News e quella del Day Time. Antonio Di Bella è figlio di Franco Di Bella, mitico direttore del Corriere della Sera dal 1977 al 1981.

«Oggi va in pensione il nostro, il mio Diretur – scrive sui social Paolo Maggioni, giornalista di Rai News, che ha avuto modo di frequentare Di Bella professionalmente, essendo stato suo direttore -. Di ricordi ne posso riempire un baule, ma anche di insegnamenti, risate e progetti. E’ stato un piacere ed è un grande onore lavorare insieme, con quella cosa lì che ci hai insegnato sempre bella presente: lavorare e sorridere, sorridere e lavorare».

«La Rai da oggi si priva di un giornalista di razza – sottolinea Giuseppe Gallizzi, già caporedattore centrale del Corriere della Sera, ora direttore della Voce dei Giornalisti -, un professionista serio e preparato. La sua assenza mancherà in Rai. Sono certo che il caro Antonio Di Bella non resterà con le mani in mano ma, anzi, continuerà ad essere un protagonista del giornalismo anche fuori dall’azienda».